I vitigni Terre di Plovia vengono coltivati in un territorio pedemontano ancora integro dal punto di vista ambientale, poiché isolato e poco antropizzato.
Un luogo dall’identità enologica ed enogastronomica originaria,
dove la fedeltà alle
materie prime
endemiche
si
fonde con l’orgoglio
nel valorizzarle.
È con questo spirito che i vitigni autoctoni recuperati dal progetto Terre di Plovia affondano le loro radici, oggi come ieri, nel terreno millenario composto da limi, sabbie e argille.
Le coltivazioni si sviluppano su un altopiano frammisto a magnifici boschi, affacciandosi da questo balcone naturale sul fiume Tagliamento e diventando parte integrante di un ecosistema ricco di biodiversità e di storia: proprio accanto a questi vigneti anticamente transitavano i pellegrini - da cui il primo rosso Terre di Plovia, Piligrin - che da nord arrivavano ad Aquileia, per poi scendere nella vallata del Tagliamento e guadare il fiume - al quale si ispira il primo bianco Terre di Plovia, Flum.